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Le Coq Sportif presenta una nuova linea e i suoi testimonial si raccontano

Il brand sportivo ha presentato una nuova collezione d’abbigliamento

Nella settimana della Fashion Week milanese (22 – 28 settembre) c’è spazio anche per lo sport e per lo sportswear.

Le Coq Sportif ha lanciato una nuova collezione d’abbigliamento progettata proprio per gli atleti e per le loro esigenze in campo, curando non solo gli aspetti tecnici ma anche un design elegante.

La nuova linea tennis e la scarpa tecnica “Futur” sono state presentate da Le Coq Sportif con un evento all’Aspria Harbour Club di Milano. Un’occasione per poter vedere da vicino tutti i prodotti, ma anche per riunire quasi tutti gli atleti italiani di Le Coq Sportif. Erano presenti infatti, oltre al tennista Thomas Fabbiano, anche Simone Barlaam (Nuoto Paralimpico), Marco Aurelio Fontana (MTB),  Jenia Grebrennikov (Pallavolo), Giorgio Malan (Pentathlon Moderno), Beatrice Parrocchiale (Pallavolo) e Irma Testa (Pugilato).

La collezione Tennis si ispira direttamente al primo logo del marchio: i raggi del sole sono stati infatti il filo conduttore nella creazione di questa linea tennis 2020 (questi stessi raggi sono anche all’origine della notorietà della marca).

Sono disponibili in blu-bianco-rosso, in riferimento diretto alla storia e al DNA francese di Le Coq Sportif. Infine il bianco, colore dominante, fa parte di una ricerca di purezza e di eleganza. Ogni abito creato per i giocatori è realizzato su misura, affidato alle preziose mani delle sarte di Le Coq Sportif presso il sito di produzione tessile di Romilly-sur-Seine.

In occasione del lancio alcuni dei testimonial si sono raccontanti parlando dei prossimi impegni e anche di Tokyo 2021.

Giovane promessa azzurra è Giorgio Malan, atleta di riferimento del Pentathlon Moderno italiano e fresco Campione Nazionale.

Come ha iniziato a praticare questo sport?

Fin da piccolo ho sempre amato fare tanti sport, anche i più diversi l’uno dall’altro. Nuotavo, facevo karatè e sciavo. Poi, il mio allenatore di nuoto che il mio attuale allenatore di Pentathlon, mi ha proposto questo sport che ne comprende cinque: all’inizio si parte con nuoto e corsa e poi si aggiungono gli altri. Mi è piaciuto proprio per la diversità“.

Come sono scandite le sue giornate?

Ho giornate abbastanza piene perché ogni giorno faccio dai tre ai quattro sport diversi. La cosa non mi pesa assolutamente perché riesco a divertirmi sempre. Non solo sono sport fisici ma sono anche molto tecnici e fa la differenza anche la tenuta mentale“.

Il vostro è uno sport di nicchia, le dispiace non ci sia molta attenzione mediatica?

Purtroppo il nostro sport è un po’ di nicchia perché è molto complicato, sia da capire ma soprattutto da praticare e non arriva molto. È un peccato perché secondo me ha dei valori unici…mi piacerebbe fosse un po’ più conosciuto”.

Simone Barlaam è, nonostante la giovane età, uno degli atleti di riferimento del Nuoto Paralimpico (sette volte campione del Mondo, quattro volte campione Europeo).

Visto i risultati del Settecolli e la sua forma fisica, il rimpianto di Tokyo è ancora più grande?

Sì (sorride, ndr), c’è chi dice che se le Paralimpiadi fossero state quest’anno sarei stato pronto, però no… rimpianto no. Ho l’età dalla mia parte e anzi ho un anno in più per prepararmi ancora meglio. Abbiamo finito la preparazione con il Settecolli e ricominciato come se fosse una nuova stagione: stravolti sono i modi in cui ci alleniamo, dal cambiarsi a casa invece che in piscina..ma poi quando si è in acqua il lavoro è lo stesso“.

Com’è stato tornare alle gare? Cosa le mancava di più?

È stato molto bello, devo ammetterlo. Dopo quei mesi di lockdown era veramente venuta a mancare la sensazione dell’acqua, e anche, nonostante fossimo in pochi e distanziati, vedere gli altri atleti.  C’è stata quasi una sensazione di sollievo e adesso è sempre più gratificante vedere che la situazione sta migliorando in Italia. Io vivo per l’adrenalina da gara, vado avanti grazie alle competizioni…è un po’ duro non sapere bene a quali  gare puntare. La notizia di Roma è stata un raggio di sole che ha tirato un po’ su di morale tutti quanti e ci ha permesso di rivivere le sensazioni che non vivevamo da un po’.

Questo periodo l’ha cambiata come uomo e atleta?

È cambiato molto per Simone come persona. È cambiata la conoscenza della mia persona, una cosa che è stata ricorrente in questo periodo e poi aver appreso che alcune persone non cambiano mai nei loro comportamenti”.

E poi Irma Testa prima donna della storia del pugilato italiano a partecipare a una Olimpiade (Rio 2016) e che ha fatto della boxe il suo punto di partenza dopo un’infanzia complessa.

A Rio si presentava da outsider a Tokyo che Irma ci dobbiamo aspettare?

Spero l’opposto di quello che ero a Rio. Una Irma più matura a livello atletico, ma anche come donna, come ragazza: mi sento cresciuta, ho imparato proprio dagli errori del 2016. Voglio divertirmi e vivermi l’Olimpiade, perché purtroppo quattro anni fa non l’ho fatto, era troppa l’emozione e l’ansia di essere nella manifestazione più grande al mondo”.

Come ha reagito allo slittamento dei Giochi?

Male, malissimo, nonostante io sia piccola e non rappresenti un problema. Però ho dovuto spostare tutti i miei obiettivi, avevo già programmato, si può dire, la mia vita in base a Tokyo. Sono una sportiva quindi da queste cose mi rialzo presto”.

Che rapporto ha con il cambiamento?

Ho un rapporto “brutto”. Sono una che programma a lunga scadenza. Organizzo tutto e voglio che ogni cosa venga rispettata secondo i miei piani. Però sono un atleta e trovo la forza per ripartire e adattarmi”.

E sugli impegni futuri nessuno di loro ha certezze:

Giorgio: “Ho appena fatto la prima gara dopo il periodo di quarantena quindi sono contento di essere tornato a gareggiare. Ora ci sono le gare nazionali e in base a quello la Federazione stabilirà chi mandare alle gare internazionali per le qualifiche di Tokyo. È già importante farle e speriamo di riuscirci per puntare ai Giochi“.

Simone: “Molte gare sono in forse. A maggio dell’anno prossimo ci sono gli Europei in Portogallo e le Paralimpiadi di Tokyo, per gli altri appuntamenti nazionali e le coppe del mondo non abbiamo certezze“.

Irma: “Bisogna iniziare a combattere, perché siamo fermi da marzo e non è bello per gli atleti stare fermi così tanto. Ho bisogno di qualche campionato per riprendere confidenza con il ring. Poi bisognerà andare alle qualificazioni agguerrita, e queste, saranno tra febbraio e marzo. Il torneo è stato congelato e riprendiamo da dove abbiamo lasciato, mi mancherebbe un match importante poi quello dopo sarebbe più facile”.

 

admindaily

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