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‘La felicità del cactus’ di Sarah Haywood

‘La felicità del cactus’ di Sarah Heywood è la storia di Susan, della sua forza e debolezza e della riscoperta dell’imprevedibilità della vita in chiave umoristica e spensierata.

Un pizzico di libertà inserito in un contesto di estremo controllo. La goccia di indipendenza in ‘La felicità del cactus‘ di Sarah Haywood riesce a fa comprendere le debolezze e le aspettative in cui Susan ha deciso di vivere, anche a costo della gioia.

Recensione

Susan ama il controllo, su di sé, sulle poche persone che incrociano la sua vita. Preferisce che gli oggetti siano immobili, apprezza quando tutto scorre uguale e rigorosamente deciso dalla sua persona. Susan è indipendente, ma nasconde la fragilità di una persona che non ha ancora fatto i conti con il presente. Ebbene sì, perché i suoi giorni trascorrono fissi e sempre uguali, delle fotocopie i cui colori non sbiadiscono mai. Certo, lei per prima ha deciso di non colorare le giornate con la sfumatura dell’imprevedibile.

Nelle relazioni, in famiglia, sul lavoro, ogni individuo e cosa vengono messi al posto che lei ritiene giusto. Ha deciso di fare della sua vita un’ideologia di cui nessun altro devo e può farne parte. Susan è forte, ostinata, testarda e anche pratica, nella sua rigidità comica.

Come le piante grasse che ha sulla sua scrivania, anche lei a delle spine che fanno da barriera dall’esterno. Come i cactus non necessita di molta acqua e nemmeno di eccessive attenzioni. Lei ricerca il giusto mezzo per se stessa e se gli altri non si adattano, beh, restano fuori dalla sua vita.

Un bel giorno, però, con la comicità leggera di una brezza dopo il temporale, giungono a bussare alla sua porta persone con cui dovrà confrontarsi. Oltre ai vicini di casa, ai parenti e a una stringata relazione, dovrà avere a che vedere con se stessa. Lei, Susan, rigorosa e impervia, dura come una roccia e impermeabile alle intemperie dei sentimenti, si trova ad avere a che fare con i lati di sé che aveva richiuso nell’armadio della sua memoria.

Leggere della spensieratezza

‘La felicità del cactus’ di Sarah Haywood trova la sua protagonista in Susan, una donne che pare essere l’incarnazione della figura indipendente e volenterosa, la quale non si lascia scappare nulla. Non lascia nulla al caso. Nella sua fortezza, che si raggiunge solo dopo aver attraversato un ponte levatoio di freddezza, si trova una figura pregna di conti in sospeso.

Problematiche e questioni relazionali fanno da padrone e proprio queste fanno ricadere nell’incertezza le scelte che Susan deve compiere. Facendo un salto nei ricordi, Susan si rende contro delle differenze insuperabili che la dividono dagli altri, comprende come le esperienze siano per tutti diverse. Eppure lei, nonostante la sua sicurezza, percepisce delle mancanze. Sa bene che non vuole colmarle con le persone, non vuole usare gli altri. Dopo riflessioni ed eventi quanto mai surreali, trattati con una certe superficialità si potrebbe dire, riesce a capire che le assenze sono sfide da affrontare quando la mania del controllo non può niente contro lo scorrere della vita.

Redazione

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