Le storie di ‘Io, tu e le piramidi’ di Limbrunire raccontano il viaggio alla ricerca dell’amore e della forza della vita.
Nel romanzo d’esordio ‘Io, tu e le piramidi’ del cantante Limbrunire (Francesco Petacco), edito Nulla Die Edizioni, troviamo uno stile in cui ritmo incalzante si alterna alla quiete profonda.
Recensione
Filippo, Sofia, Bibi, Iris, Norah, Muddy e Il Paolini sono alcuni degli innumerevoli personaggi della narrazione di ‘Io, tu e le piramidi’. L’universo espresso dalle esistenze dei personaggi li iscrive in un unico crogiuolo. Le diversità delle scelte e della personalità diventano rilevanti tanto quanto una caratteristiche che li accomuna: la drammaticità della quotidianità.
Ogni personaggio, seppure non comprendendosi nella sua interiorità, e alcuni di questi non hanno intenzione di farlo, tenta di arrivare a una soluzione. Alcuni cercano un gesto che li pacifichi, ma che altrettanto faccia percepire loro la forza e la grandezza della vita.
Scrivo di loro come fossero un unico gruppo perché, nonostante i filoni narrativi e le trame differenti, esse rappresentano una sfera abbagliante che getta ombre dove s’incontrano tempi di vita vissuta, storie concluse sulla scia delle scelte: la sfera umana.
Intorno ad essa s’intrecciano le ombre e le vicende che innervano la vita di ognuno di loro. L’amore è un canto alla bellezza che getta un occhio alla naturalità istintuale, distruttiva e gretta; si racconta la malattia che ineluttabile innerva il corpo; si guardano in faccia le paure e la finitezza dell’esistenza.
Attorno e al centro della narrazione della sfera umana che Francesco (Limbrunire) ha costruito risuona una melodia dalle innumerevoli andature. La tensione delle vicende è dettata dall’utilizzo di frasi concitate. Regnano le virgole, le quali si piegano a favore della musicalità delle parole.
Il sapore è universale e, attraverso le vicende individuali e personali, getta uno spiraglio di luce sulla concezione, la convinzione e l’opinione che gli esseri umani hanno di loro stessi e del mondo.