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Naufragio di Cutro, quattro gli scafisti individuati

Naufragio di Cutro, quattro gli scafisti individuati. Save The Children: “Dal 2019 un migrante o rifugiato su 50 morto o disperso”

Sono 63 i migranti morti nel naufragio sulle coste calabresi. Mentre quattro sono gli scafisti ritenuti responsabili di quanto accaduto. Secondo il racconto dei superstiti, quando si trovavano a poche centinaia di metri dalla costa, gli scafisti hanno accelerato nella speranza di arrivare prima, ma il risultato, ormai ben noto, è stato lo schianto su una secca, che ha provocato la distruzione dello scafo.

Questo è solo l’ennesimo naufragio che si registra in Italia. Save The Children ha reso noti alcuni dati: “Dal 2019 un migrante o rifugiato su 50 morto o disperso nel tentativo di raggiungere l’Europa in assenza di vie legali e sicure. Più di 8.000 persone su circa mezzo milione sono morte o rimaste disperse sulle rotte del Mediterraneo verso l’Europa, e tra coloro che sono arrivati in Europa, il 20% era costituito da bambini”.

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Poi aggiunge che in Italia “il decreto in materia di gestione dei flussi migratori, convertito in legge qualche giorno fa al Senato, limita ulteriormente le capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo; la linea restrittiva adottata dall’UE e dagli Stati membri rispetto agli ingressi dei migranti, uomini, donne, famiglie e bambini, li espone continuamente al rischio di perdere la vita solo perché cercano protezione o un futuro, come è purtroppo successo ieri di fronte alle coste italiane”.

Stefano Bertoldi di Sos Mediterranee, a margine di un incontro all’Università di Parma, ha detto: “Qual è la rotta più rischiosa? Nella misura in cui le rotte sono mortali, ogni rotta è difficile e quella del Mediterraneo è tra le più mortali”.

“Il mare Mediterraneo è un mare difficile, rispetto all’Atlantico, con onde molto lunghe – ha aggiunto Bertoldi -. Le imbarcazioni utilizzate non sono attrezzate, per non palare dei gommoni usa e getta, che sono gommoni di una decina di metri, non fatti per lunghe navigazioni. Ci sono persone che non hanno mai visto il mare, non sanno a che cosa vanno incontro, li mettono sopra la barra del motore e dicono loro semplicemente di andare con la bussola in quella direzione”.

Inoltre, ha detto Bertoldi “la rotta (del Mediterraneo, ndr), è pericolosa proprio perché sono imbarcazioni riempite in maniera inconcepibile per la sicurezza, quindi dalle 100 alle 120 persone su barche di 10 metri, il che significa riempire ogni centimetro quadrato”.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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