Morte di Anica Panfile, aperta un’inchiesta per omicidio. I familiari: “Non abbiamo mai creduto al suicidio”
Il corpo senza vita di Anica Panfile, 31 anni, è stato rinvenuto domenica scorsa nelle acque del Piave, nei pressi di Spresiano in provincia di Treviso. A cinque giorni di distanza dal ritrovamento, la procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio. Gli esiti dell’autopsia hanno rivelato che la donna non si è suicidata. La donna era già morta quando il suo corpo è stato abbandonato nel fiume. Nei polmoni non è stata rinvenuta acqua, mentre sul capo della vittima sarebbero stati rinvenuti traumi multipli riconducibili a un corpo contundente.
Per questo motivo si indaga sulle cause dell’omicidio e su chi possa essere stato. le ipotesi al vaglio sono diverse. Si valutano possibili dissidi sul posto di lavoro e una lite con l’assassino, che sarebbe culminata con l’omicidio e poi con il tentativo di liberarsi del corpo, gettandolo nel fiume dal viadotto dell’autostrada A27.
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Giovedì 18 maggio Anica era andata a lavoro ad Arcade come sempre. Dopo il lavoro però non è più tornata a casa. Nel primo pomeriggio il compagno ha lanciato l’allarme. “Non abbiamo mai creduto al suicidio. Era una giovane donna felice – dicono i familiari – viveva una esistenza serena ma soprattutto aveva quattro creature a cui non avrebbe mai fatto del male in questo modo”.
Poi aggiungono: “Vogliamo la verità e non ci fermeremo davanti a niente. Siamo disposti a morire pur di trovare il responsabile di questa cosa orribile. I carabinieri devono solo controllare le telecamere nel percorso che separa Arcade ad Spresiano e quello che è successo veramente verrà fuori”.