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La Russa al centro delle polemiche per le dichiarazioni su Via Rasella

La Russa al centro delle polemiche per le dichiarazioni su Via Rasella. L’Anpi: “Le parole di La Russa sono semplicemente indegne”

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è al centro delle polemiche per le sue dichiarazioni relative ai fatti di Via Rasella: “Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non”.

In una nota, La Russa ha poi detto: «Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito “una delle pagine più brutali della nostra storia”. Confermo, altresì, che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita “ingloriosa” bensì “tra le meno gloriose della resistenza”».

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Nell’attentato di via Rasella morirono 33 militari del “Polizeiregiment Bozen”. L’Anpi ha replicato con una nota: “Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo tesa ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza”.

“Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti – ha ricordato il presidente Anpi Pagliarulo – stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani”.

“L’attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani – ha detto il presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea. Dopo la presidente del Consiglio, anche il presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane”.

Fonte immagine: https://www.facebook.com/photo?fbid=752734729556311&set=pcb.752734816222969

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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