Iran, condannato l’uomo che decapito la moglie 17enne. Una sentenza leggera per la clemenza dei familiari della giovane
Una sentenza che lascia pensare è quella che in Iran è stata assegnata all’uomo che uccise la moglie 17enne decapitandola.
L’uomo, Sajjad Heydari, aveva giustificato il gesto dichiarando quella che era la “colpa” della moglie, Mona Heidari, ovvero non aver accettato il matrimonio combinato dalla famiglia e che aveva contratto quando aveva solo 12 anni. Dal matrimonio, due anni dopo, Mona aveva dato alla luce il loro figlio.
Così l’uomo decise di uccidere la donna decapitandola esibendone per strada la testa. Tuttavia, la condanna non sembra essere così pesante. L’uomo dovrà scontare sette anni e mezzo di carcere per omicidio e ad altri otto mesi per aggressione.
L’Adnkronos, riportando le dichiarazioni del portavoce della Magistratura iraniana, scrive che “la clemenza nella sentenza inflitta a Sajjad Heydari deriva dal fatto che la famiglia della vittima lo ha ”graziato” per il cosiddetto ”delitto d’onore” commesso”.
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Anche il cognato di Mona è stato condannato a 45 mesi di carcere per complicità nell’omicidio della donna.
A raccontare la storia di Mona è l’agenzia di stampa Rokna, che riferisce: “l’uccisione della donna era avvenuta ad Ahvaz, capoluogo della provincia di Khusestan in Iran, dove era stata costretta dalla famiglia a tornare con la garanzia che sarebbe stata al sicuro. La ragazza era in precedenza scappata in Turchia per fuggire dalle violenze domestiche che subiva dal marito per aver chiesto la possibilità di divorziare”.
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