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G7: chiederà una nuova indagine sulle origini del Coronavirus

Il G7 chiederà una nuova indagine sulle origini del Covid e donerà dosi di vaccino ai Paesi poveri. Attesa la decisione del Cts su AstraZeneca

Domani si apre il vertice del G7 presieduto dalla Gran Bretagna e già trapelano le indicazioni su quelle che saranno le decisioni da prendere. Le principali sono due riguardano le origini del virus e il suo destino.

Nel primo caso, il G7 ha stabilito la necessità di intraprendere una nuova indagine per fare chiarezza definitivamente sulle origine del coronavirus, ovvero se è effettivamente di origine animale o è il frutto di un errore umano. Da questo punto di vista, la scelta si allinea perfettamente con le intenzioni della presidenza Usa, che spinge in tal senso. E’ solo di qualche giorni fa, la richiesta di Fauci di visionare le cartelle cliniche degli scienziati ammalatisi nel laboratorio di Wuhan.

La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen ha detto: “E’ della più grande importanza sapere quali siano state le origini del Covid 19, per trarre le lezioni e sviluppare i giusti strumenti per garantire che questo non accada più. Per questo occorre che chi conduce l’inchiesta abbia pieno accesso alle informazioni e ai luoghi”.

Nel secondo caso, l’obiettivo del G7 è quello di porre fine alla pandemia nel 2022. Per far ciò è necessario immunizzare, tramite vaccinazione, la maggior parte della popolazione mondiale, compresa quella dei Paesi poveri. A tal proposito l’Inghilterra donerà 100 milioni di dosi, che si aggiungono a quelle degli Usa, che si sono impegnati a fornirne 500 milioni. Questi numeri fanno parte del miliardo di dosi donate dall’intero G7.

Intanto, in Italia cresce nuovamente l’incertezza sul vaccino AstraZeneca, soprattutto dopo gli eventi trombotici che hanno portato la giovane Camilla alla morte, e la 42enne Irene Cervelli a versare in gravi condizioni. Oggi è attesa la decisione del Cts sulla somministrazione del vaccino AstraZeneca alle fasce d’età più giovani. L’orientamento è quello di evitare le somministrazioni del vaccino sotto i 60 anni e di somministrare il Pfizer come seconda dose a chi a chi ha ricevuto la prima di AstraZeneca.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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