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Quanto è dura la vita senza abbracci ai tempi del Coronavirus

Care lettrici, cari lettori,

stiamo tutti vivendo una situazione assurda. Ci svegliamo al mattino e vorremmo tutti poter dire che si è trattato di un brutto sogno. Ma non è così.

Io vivo da solo. Si, sono quello che si definisce un single. Divido spazi e quotidianità con un gatto, Teo, con una signora che amorevolmente si prende cura di me e con pochi e fidatissimi amici. Non faccio la vittima. La mia è una scelta di vita, che ho realizzato con consapevolezza e convinzione. Eppure quello che mi manca di più in questi giorni è il contatto fisico. Quella necessità umana di relazionarci con i nostri simili attraverso gesti che ci viene spontaneo e naturale fare: il calore di una stretta di mano, il potere avvolgente di un abbraccio, la spontaneità di un bacio. Giusto attenerci alle regole che ci hanno imposto per evitare il contagio del Coronavirus: per carità, facciamolo tutti. Ma lasciatemi dire che il contatto mi manca ed è doloroso. Non avrei mai creduto di doverlo ammettere, io single nel Dna, ma sto vivendo la separazione del mio prossimo come qualcosa di traumatico.

Le mascherine che indossiamo sul viso, i guanti che pure io porto quando impugno maniglie o premo i tasti di un ascensore, tutto è assolutamente asettico, freddo, crea distanza. So che è tutto logico, che è tutto necessario, che è tutto assolutamente dovuto. Ma mi angoscia. Mi metto dalla parte di un malato e penso che trovandomi di fronte a un medico o un infermiere avvolto da quegli scafandri, da quelle maschere, da quelle divise che ne confondono l’identità mi sentirei ancora più solo, ancora più inerme, ancora più indifeso. Incontro per la strada (nei rari momenti in cui esco) la gente che mi riconosce e mi ferma per un selfie, per una stretta di mano, per un saluto e mi vedo costretto a prendere le dovute distanze: tutto questo mi rattrista profondamente. Perdonatemi se divido con voi un disagio, che mi rattrista, ma non so quanto darei per sentire il calore di un abbraccio. Detto questo, osserviamo le regole: al momento sono più importanti dei bisogni personali e delle tristezze del singolo. Ma lasciatemi dire che è dura. Molto dura.

Alla prossima!

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admindaily

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