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Vittorio Feltri: “Mi dimetto dall’Ordine dei Giornalisti”

Lo ha reso noto in un editoriali il direttore del “Giornale” Sallusti

Più volte negli ultimi mesi era stata messa in dubbio e criticata la linea editoriale di “Libero”, quotidiano fondato nel 2000 e guidato da Vittorio Feltri (direttore editoriale) e Pietro Senaldi (direttore responsabile). I titoli e i toni spesso sopra le righe sono stati più volte oggetto di discussioni da parte dell‘Ordine dei giornalisti che più volte ha sanzionato il giornalista e gli ha chiesto di dimettersi.

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Il direttore ha così deciso di dimettersi dall’Ordine come ha fatto sapere in un editoriale il direttore de “Il Giornale”, Alessandro Sallusti che scrive: “immagino che sia una scelta dolorosa per sottrarsi una volta per tutte all’accanimento con cui da anni l’Ordine dei giornalisti cerca di imbavagliarlo e limitarne la libertà di pensiero a colpi di processi disciplinari per presunti reati di opinione e continue minacce di sospensione e radiazione”.

Secondo Sallusti il collega è stato quasi costretto e ha dovuto rinunciare al suo mestiere. Del resto anche Sallusti ha avuto “problemi” con l’Ordine quando venne sospeso dal consiglio per Diffamazione a mezzo stampa e costretto inizialmente a scontare il carcere, pena poi commutata da Giorgio Napolitano al pagamento di una sanzione pecuniaria.

Ora come spiega Sallusti spetterà al Consiglio dell’Ordine decidere se accettare o meno la richiesta di Feltri. Il direttore del “Giornale” ha concluso il suo editoriale con un ulteriore attacco all’Ordine.

Chi sgarra finisce nelle grinfie del soviet che, soprattutto se non ti penti pubblicamente, ti condanna alla morte professionale. A quel  punto sei fritto: nessun giornale può più pubblicare i tuoi scritti e se un direttore dovesse ospitarti da iscritto sospeso o radiato farebbe automaticamente la stessa fine. Se invece ti dimetti dall’Ordine, è vero che non puoi più esercitare la professione – e quindi neppure dirigere -, ma uscendo dal controllo politico puoi scrivere ovunque, senza compenso, come qualsiasi comune cittadino.

A “Corriere della Sera” Feltri ha poi spiegato:

Da anni l’Ordine mi rompe, soprattutto per i titoli di Libero, nonostante ci sia un direttore responsabile, non ne posso più. Me ne vado da un ente inutile, che esercita azioni nei miei confronti con un chiaro fumus persecutionis. Mi hanno spesso censurato, mi hanno sospeso, ora ho addirittura tre procedimenti, ma se ne occupa il mio avvocato, e gli farò anche causa per danni morali.

Feltri non è infatti direttore responsabile ma solo direttore editoriale carica che gli ha consentito di sottrarsi anche a diverse sanzioni previste in caso di omesso controllo del direttore responsabile anche per articoli scritti da altri.

 

admindaily

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