Altre regioni passano in zona bianca. Per ora sono 12 in totale e per chi vi abita sono previste maggiori libertà
Da oggi, dodici regioni italiane passano in zona bianca. Questo significa maggiori libertà e un passo in più verso l’agognata normalità. Si aggiungono a Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Liguria, Veneto, Umbria e Abruzzo la Lombardia, il Lazio, il Piemonte, la Puglia, l’Emilia-Romagna e la provincia autonoma di Trento. Dovranno aspettare il 21 giugno la Sicilia, le Marche, la Toscana, la Provincia di Bolzano, la Calabria, la Basilicata e la Campania. L’ultima a passare in bianco, il 28 giugno, sarà la Valle d’Aosta.
Le regioni in fascia bianca possono usufruire di maggiori permessi, anche se è ancora obbligatorio il distanziamento, l’uso della mascherina e il coprifuoco alle 24:00. Chi è in zona bianca può organizzare le feste private e banchetti dopo le funzioni civili e religiose e da domani, 15 giugno, la regola si estende anche a chi è in fascia gialla. Per partecipare sarà obbligatorio essere in possesso del green pass. Non è previsto un numero massimo di commensali e all’esterno si potrà anche ballare.
Si possono organizzare fiere, convegni e congressi e con delle limitazioni anche in fascia gialla da domani. In questa data cadono anche le limitazioni per quanto riguarda le visite ai familiari e amici. Nonostante le maggiori libertà, è importante continuare a seguire le regole, al fine di scongiurare la diffusione della variante delta (indiana), che sta facendo preoccupare la Gran Bretagna e che è stata rilevata anche in Italia, in un cluster in una palestra milanese.
A margine della riunione del G7, il premier Mario Draghi ha dichiarato che verrà fatto «il tampone a chi entra in Italia. Se dovessero ricominciare ad aumentare i contagi, anche noi dovremmo reinserire la quarantena per chi arriva dall’Inghilterra: ma non ci siamo ancora». Infine, ribadisce l’importanza di continuare con la campagna vaccinale, perché, dice Draghi «non è soltanto la nostra ripresa economica in questione, ma anche quella della nostra vita sociale».