Israele è di nuovo interessata da sanguinosi scontri con le milizie di Gaza. Ad innescare la miccia delle barricate alle porte di Damasco
L’apertura del Ramadan, il mese del digiuno musulmano, non è passato inosservato e si è trasformato in motivo di scontro. La scintilla è stata innescata dalla decisione della polizia di innalzare delle barriere per circondare la piazzetta a i gradoni davanti alla porta di Damasco. La motivazione ufficiale è riconducibile all’opportunità di evitare gli assembramenti che potrebbero far aumentare i contagi da coronavirus.
Tuttavia, la scelta ha innescato le proteste, che hanno rappresentato la scintilla di una fiamma che, in breve tempo, si è estesa anche alla Spianata delle Moschee, dove agenti antisommossa sono intervenuti con arresti e sequestri di pietre e bastoni. Le proteste e gli scontri sarebbe dovuti anche ad un altro episodio, che vedrebbe coinvolti militanti di estrema destra, che avrebbero diffuso su TikTok video contro innocui passanti ebrei.
Per ridurre le tensioni, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato alla polizia di rimuovere le barricate poste alle mura della Città Vecchia. Inoltre, sono state attivate ulteriori misure, ma gli scontri sono continuati, facendo registrare centinaia di feriti.
Gli scontri tra la polizia israeliana e i palestinesi, in breve tempo, sono diventati conflitto aperto. Hamas aveva annunciato il proprio sostegno alle proteste. Sono partiti razzi, uno dei quali ha colpito un edificio, ma senza causare vittime. Da qui, è partita uno scontro che sembra durerà per giorni e per il quale già in molti hanno perso la vita, compresi i bambini. La guerra tra Israele e le milizie di Gaza, ad oggi, conta 50 vittime.
L’Agi informa che Tor Wennesland, inviato delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente, ha lanciato alle parti un monito, poiché sembra si stia andando “verso una guerra su vasta scala”. Le parole dell’inviato dell’Onu, tuttavia, sembrano essere rimaste inascoltate, tant’è che, Benny Gantz, ministro della Difesa israeliano, ha detto che “questo è solo l’inizio”. In breve, è arrivata la risposta del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, che ha dichiarato: “se Israele vuole intensificare, noi siamo pronti”.