Short news, dall’Italia e dal mondo: le notizie del 6 settembre in un click. Paderno e molto altro
In questo primo venerdì di settembre vediamo in primo piano ancora la strage di Paderno e le parole della madre del 16enne ucciso a coltellate in una rissa. Infine, la tragedia al carcere di San Vittore, dove è morto un detenuto carbonizzato.
Paderno, nuovi dettagli sulla confessione del 17enne
Dalla confessione del 17enne che a Paderno ha sterminato la famiglia emergono nuovi dettagli, riportati da Il Giorno. Nell’interrogatorio, il giovane ha raccontato al gip: “Loro hanno acceso la luce, io ero davanti a loro con il coltello in mano. Loro mi hanno detto di stare calmo, sono venuti in camera con me e lì li ho aggrediti. Non ricordo chi ho aggredito prima, ma credo che mia mamma sia stata la prima, perché poi si è accasciata a terra”. Poi è toccato al padre: “Mio padre mi ha chiesto di lasciare il coltello. L’ho fatto e mi ha detto di chiamare il 118. A quel punto, mio padre è andato verso mio fratello e allora gli ho dato un colpo alla schiena. Siccome stava ansimando, l’ho colpito alla gola perché stava soffrendo. Ho colpito ancora anche mia madre perché non volevo che soffrissero più”.
Ragazzo accoltellato in una rissa, le parole della madre e del padre
«Fallou si è messo in mezzo, ha voluto difendere il suo amico ed è morto. Gliel’ho detto sempre: se vedi dei guai e vuoi aiutare, chiama la polizia, i carabinieri. Chiama quelli che vuoi, ma non intervenire», sono le parole di Daniela, la madre del 16enne ucciso in una rissa a Bologna. La donna ha poi detto: «Era un ragazzo amato da tutti, aveva tanti amici: ora non tornerà più. Illuminava le nostre giornate». «Fallou ha preso l’aereo per la prima volta – ha detto la madre mostrando foto e video del ragazzo sorridente – siamo stati sempre insieme, noi tre. Ieri sera, dopo avere mangiato una pizza con il nonno, Fallou è uscito intorno alle 21. Verso le 22, il suo amico mi ha chiamata al telefono. Mi ha detto di correre perché Fallou era stato ferito: quando io e il padre siamo arrivati in via Piave, lo abbiamo visto sull’ambulanza». Il padre del giovane aggiunge: «Mio figlio non tornerà più, nessuno me lo potrà più riportare a casa».
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Tragedia a San Vittore: 18enne perde la vita in un rogo in cella
Una nuova tragedia scuote le mura del carcere di San Vittore. Nella notte scorsa, un detenuto di soli 18 anni ha perso la vita in un incendio divampato nella sua cella. Le cause del rogo sono ancora al vaglio degli inquirenti, che stanno lavorando per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Al momento, non si esclude alcuna ipotesi, compresa quella di un gesto volontario. Questa nuova morte si aggiunge a una lunga serie di tragici episodi che hanno coinvolto il carcere milanese negli ultimi mesi. “A San Vittore sono letteralmente stipati 1.100 detenuti, a fronte di 445 posti disponibili, con un sovraffollamento di oltre il 247%, sorvegliati da 580 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, distribuiti su più turni e compresi gli addetti agli uffici e ai servizi vari, rispetto a un fabbisogno di almeno 700, con una scopertura del 17%. Il Governo, oltre al gossip di questi giorni, dovrebbe occuparsi compiutamente e, se mai, versare qualche lacrima per quanto si continua a perpetrare nelle carceri. Va immediatamente deflazionata la densità detentiva, sono 15mila i detenuti oltre la capienza, necessita potenziare il Corpo di polizia penitenziaria, mancante di oltre 18mila unità, va assicurata l’assistenza sanitaria e psichiatrica, vanno rese salubri e sicure le strutture. E poi va riorganizzato l’intero sistema. Altrimenti, nostro malgrado, con necrologi quotidiani continueremo a contare le morti che non possono non avere dei responsabili, non solo morali”, ha detto Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.