scritto da Barbara Matera
Comunali 2021: oltre 1300 comuni italiani andranno al voto. Ecco lo scenario che si prospetta in quattro città: Milano, Napoli, Roma e Torino
Nella finestra elettorale fissata dal Ministero degli Interni tra il 15 settembre ed il 15 ottobre, andranno al voto oltre 1.300 comuni italiani. Tra i tanti che saranno chiamati alle urne, anche quattro città capoluogo di regione, Milano, Napoli, Roma e Torino.
Particolare rilievo rivestiranno i destini amministrativi di queste quattro città, poiché rappresenteranno di fatto il termometro politico più attendibile anche in vista delle elezioni politiche nazionali. Il quadro che si va costituendo è ancora poco chiaro, molte sono le incognite e come in ogni “mosaico” ogni tessera dovrà andare al suo posto.
A sinistra le prove di coalizione organica tra M5S e PD proseguono tra passi indietro e strategie. A Torino la sindaca Chiara Appennino ha dichiarato che al ballottaggio non voterebbe un candidato Dem, ponendo una distanza netta nei confronti dei loro alleati di fatto. Tutto ciò frutto della volontà di Conte di puntare su un candidato civico individuato in Guido Saracco Rettore del Politecnico. Tale valutazione deriverebbe da sondaggi in seno al movimento che assesterebbero la coalizione di centrodestra in vantaggio nei confronti dell’uscente Chiara Appennino, da qui l’opportunità di allargare il campo presentandosi ai cittadini con un unico candidato civico di superamento.
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Ben diverso il discorso di Milano, dove il sindaco Beppe Sala veleggia verso una probabile rielezione, forte di un vantaggio difficilmente colmabile dalla coalizione di centrodestra, che sta sfogliando la margherita per decidere chi tra Gabriele Albertini, già Sindaco di Milano e Maurizio Lupi, leader centrista proveniente anch’egli dal mondo dei moderati, dovrà sfidare Sala.
Arriviamo a Roma e Napoli, analizzate come ultime proprio perché pare che i destini della Capitale d’Italia e quella del Mediterraneo, siano incrociati.
A Roma per la corsa al Campidoglio registriamo grande caos nel centrosinistra, dove oltre a Carlo Calenda che ha annunciato la sua discesa in campo, ci sarebbe Virginia Raggi sindaca pentastellata uscente che dovrà con ogni probabilità vincere le primarie volute dal PD. Tramontata l’ipotesi Zingaretti, negli ultimi giorni Roberto Gualtieri ministro nel precedente Governo Conte ed ex europarlamentare, ha ricevuto il placet da Enrico Letta per la candidatura a sindaco di Roma. Nel centrodestra invece proprio in queste ore è in corso un tavolo politico per definire le candidature, trapela l’indiscrezione di voler schierare un big del centrodestra nella città Eterna, un nome capace di sbaragliare il campo e sovvertire l’attuale scenario.
Il destino di Napoli nel centrosinistra è legato come anticipato a Roma. Se la spunta Gualtieri a Napoli si virerà su Roberto Fico, pentastellato ed attualmente Presidente della Camera dei Deputati. Nel caso in cui dovesse spuntarla Virginia Raggi, si sceglierà tra Gaetano Manfredi ex ministro del Governo Conte ma fratello dell’attuale consigliere regionale Massimiliano, circostanza che lo porta ad essere malvisto soprattutto dai leader provinciali e cittadini del PD che non accetterebbero un accentramento di potere tale, a loro parere in palese conflitto di interessi. Dietro l’angolo è pronta la candidatura di Umberto De Gregorio, presidente di EAV, pronto a scendere in campo. Da aggiungere le candidature di Antonio
Bassolino fuoriuscito dal PD, di Alessandra Clemente indicata da De Magistris come candidata della sua parte politica e Sergio D’Angelo ex assessore proveniente dalla stessa area. Il centrodestra invece appare orientato compatto a sostenere la candidatura civica di Catello Maresca, che come altri, è in procinto di sciogliere la riserva e scendere in campo per il rilancio della città provando a battere le varie sinistre alternatesi in quasi 30 anni! Maresca, il sostituto procuratore della Repubblica che ha vinto la guerra contro il clan dei Casalesi, verrebbe sostenuto da forze puramente civiche senza simboli di partito.
Questo in sintesi il quadro delle quattro grandi città al voto. A prescindere da chi vincerà le sfide nelle principali città, il panorama politico quanto mai mutevole di questi tempi, sarà totalmente stravolto da quello attuale, in un senso o nell’altro.