Strage di Paderno, ascoltato di nuovo il 17enne reo confesso. Si valuta la premeditazione del delitto. Nominato un tutore legale
Giovedì prossimo dovrebbe arrivare il decreto di conferma dell’arresto del 17enne che a Paderno ha ucciso i genitori e il fratellino di 12 anni. Nella sua confessione, il giovane ha detto: “Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio. Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato”.
Al giovane viene contestata la premeditazione. Aveva detto: “Non è successo niente di particolare sabato sera. Ma ci pensavo da un po’, era una cosa che covavo”. Nel secondo interrogatorio ha poi parlato di «una cosa sbagliata ma estemporanea, è chiaro che se ci avesse riflettuto non l’avrebbe fatto. Un gesto che non avrebbe mai compiuto», dice il suo legale, l’avvocato Amedeo Rizza.
Alla domanda se si è pentito, dice il legale: “Ovvio che si è pentito – ha evidenziato l’avvocato -, prova dolore per le vite che non ci sono più”. Il legale ha poi comunicato che è stato deciso di nominare un tutore legale, così come previsto dalla legge. “Non è un parente – ha osservato – ma un collega” avvocato. “I parenti, in questo momento, hanno un doppio ruolo – ha proseguito – il nonno dell’indagato è anche il padre di una delle vittime, è incompatibile”.
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Il cappellano del Beccaria ha detto: “Appena mi ha visto, ha voluto subito confessarsi. Ho trovato un ragazzo fragile, chiaramente provato ma molto lucido e in grado di comunicare”. Don Claudio Burgio, ha raccontato in un’intervista a Famiglia Cristiana il primo incontro con il 17enne. “Mi ha detto: ‘Tu sei quello di ‘non esistono ragazzi cattivi’, e poi l’ho confessato. È stato un incontro molto intenso”. Il sacerdote ha quindi proseguito spiegando che “quello che ho percepito, e che riscontro in tanti ragazzi che vivono con me in comunità, è che c’è un vuoto interiore profondo. Molti di questi adolescenti hanno domande molto forti sul perché del dolore e della sofferenza ma sono analfabeti dal punto di vista emotivo”. E anche il 17enne è un giovane con “un dolore profondissimo che non riesce a decifrare e a vivere”.
“Mi dispiace per lui e per la sua famiglia. Il ragazzo che ha compiuto quel gesto non era lui ma una persona in evidente difficoltà”. A parlare il 18enne amico del ragazzo che ha ucciso madre, padre e fratello più piccolo nella loro casa a Paderno Dugnano.