Aggressione a Roma: gli aggressori degli studenti sono di Casapound. La condanna di Anpi
La Digos ha identificato i responsabili dell’aggressione subita da quattro studenti lo scorso 18 giugno a Roma, all’indomani di una manifestazione in Piazza Santi Apostoli. Si tratta di militanti del movimento di estrema destra Casapound, già noti alle forze dell’ordine per precedenti aggressioni.
Le vittime, giovani appartenenti alla Rete degli Studenti Medi e Sinistra Universitaria Sapienza, erano state picchiate a calci e pugni da un gruppo di persone al termine della manifestazione. L’episodio, ripreso da uno smartphone e divenuto virale sui social, aveva suscitato un’ondata di indignazione e acceso il dibattito sulla violenza politica.
Le indagini della Digos, grazie anche al video girato dalla vittima, hanno permesso di risalire all’identità degli aggressori. Si tratta di attivisti di Casapound già noti alla polizia per il loro coinvolgimento in episodi di violenza e intimidazione.
La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per lesioni aggravate a sfondo politico e procederà a breve con i primi atti formali a carico degli indagati.
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L’aggressione è stata duramente condannata da esponenti di partiti politici, sindacati e associazioni studentesche, che hanno espresso solidarietà alle vittime e chiesto che venga fatta luce sull’accaduto. Il Comitato dell’Anpi Provinciale di Roma rende noto, in un comunicato, che “appreso da notizie di agenzia che gli aggressori dei giovani della Rete degli studenti e di Sinistra Universitaria sarebbero 4 militanti di CasaPound, nel tornare a condannare l’aggressione, torna anche a chiedere lo sgombero dello stabile di proprietà pubblica divenuto ormai da anni il covo fascista di CasaPound e lo scioglimento di tale organizzazione la cui esistenza costituisce pericolo per l’incolumità delle persone”. “Ogni altro ritardo – prosegue la nota -, oltre che continuare ad aggravare il danno erariale, costituirebbe anche colpevole complicità in ulteriori gravi incidenti dovessero accadere. Si applichino le leggi della Repubblica, si sciolgano le organizzazioni fasciste”.