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Violenze al Beccaria, gli agenti respingono le accuse

Violenze al Beccaria, gli agenti respingono le accuse, parlando di azioni di contenimento

Di fronte al Tribunale del Riesame di Milano, gli agenti penitenziari arrestati per le presunte torture al carcere minorile Beccaria respingono le accuse: “Nessuna tortura, al massimo percosse come mezzo di contenimento”.

Gli agenti sono accusati di maltrattamenti e torture nei confronti di detenuti minorenni. Le indagini, partite da una segnalazione di un educatore, hanno portato alla luce un presunto “sistema” di violenze all’interno dell’istituto.

Gli avvocati degli imputati sostengono che le condotte contestate ai loro assistiti non configurano il reato di tortura, ma al massimo quello di percosse come mezzo di contenimento. Nel corso dell’udienza, sono stati ascoltati anche alcuni dei giovani detenuti. Le loro testimonianze saranno cruciali per fare luce su quanto accaduto all’interno del carcere Beccaria.

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Le indagini sono ancora in corso e la Procura dovrà fornire elementi concreti a sostegno delle gravi accuse contestate agli agenti. Il Tribunale del Riesame si pronuncerà nelle prossime ore sulle richieste di revoca della misura cautelare in carcere.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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