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Proteste studentesche contro Gaza, scarcerati due studenti

Proteste studentesche contro Gaza, scarcerati due studenti, ma saranno processati il 23 maggio

Proseguono le tensioni all’Università La Sapienza di Roma, dove alcuni studenti hanno deciso di incatenarsi e intraprendere uno sciopero della fame per protestare contro il conflitto in Palestina e la situazione a Gaza.

La protesta è iniziata il 14 aprile, quando un gruppo di studenti ha occupato l’ateneo e allestito un presidio con tende. Da allora, la situazione è rimasta tesa, con scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

Due studenti sono stati arrestati durante gli scontri. Il giudice del tribunale monocratico della Capitale ha convalidato gli atti urgenti di polizia e disposto la scarcerazione. Si tratta di un ragazzo di origini straniere di 29 anni e di una ragazza italiana di 27 che avrebbe ferito un dirigente del commissariato. Nei suoi confronti l’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il processo è fissato per il 23 maggio.

Nonostante il rilascio dei due fermati, la situazione all’interno dell’ateneo rimane tesa. Gli studenti incatenati e in sciopero della fame hanno dichiarato che proseguiranno la loro protesta fino a quando non saranno ottenute delle risposte concrete alle loro richieste.

Le autorità universitarie hanno fatto appello alla calma e al dialogo per risolvere la situazione. Il rettore dell’ateneo, Antonello Antonelli, ha incontrato una delegazione di studenti per cercare di trovare una soluzione pacifica.

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La protesta degli studenti della Sapienza è solo l’ultima di una serie di manifestazioni che si sono svolte in Italia nelle ultime settimane per esprimere solidarietà al popolo palestinese e condannare gli attacchi israeliani a Gaza.

Gli studenti che protestano alla Sapienza chiedono: La cessazione immediata degli attacchi israeliani a Gaza; L’apertura di un’indagine indipendente sui crimini di guerra commessi da Israele; La fine dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi; Il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani del popolo palestinese. “Il nostro Paese non è ancora disposto ad adoperarsi per costruire le condizioni per la pace, ma non c’è più tempo – si legge in un appello scritto dagli studenti –  Siamo incatenati e in sciopero della fame davanti al rettorato della Sapienza perché è dal cuore della più grande università d’Europa che ottenere un passo indietro da chi è complice di un genocidio, può produrre un importante cambiamento”. 

Foto di hosny salah da Pixabay

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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