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Il direttore di Repubblica Maurizio Molinari contestato a Napoli

Il direttore di Repubblica Maurizio Molinari contestato a Napoli. Mattarella lo chiama per mostrare vicinanza e condannare l’episodio

Scene di guerriglia all’Università Federico II di Napoli dove il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, era atteso per un dibattito sul ruolo della cultura. Studenti pro-Palestina hanno contestato il giornalista, accusandolo di essere sionista e di aver pubblicato articoli a favore di Israele. Il clima è degenerato rapidamente, con insulti, urla e lancio di oggetti. La situazione è diventata talmente ingestibile che il dibattito è stato annullato.

La solidarietà del mondo politico è stata immediata e bipartisan. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato a Molinari per esprimergli la sua solidarietà e condannare l’accaduto: «Il Presidente della Repubblica ha chiamato al telefono il Direttore de La Repubblica, Maurizio Molinari, cui questa mattina è stato impedito di svolgere una conferenza in una sede universitaria, esprimendogli solidarietà. Il Presidente – si legge in una nota del Quirinale – ha aggiunto che quel che vi è da bandire dalle Università è l’intolleranza, perché con l’Università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente».

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha definito l’accaduto “un vergognoso blitz censorio“. “C’è un clima di crescente e pericoloso antisemitismo nel Paese”, ha aggiunto, “spesso accompagnato da un silenzio complice”.

Il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, ha parlato di “un giorno triste per la democrazia italiana“. “Molinari è stato impedito di parlare da una minoranza violenta e intollerante”, ha scritto, “un fatto che non può essere sottovalutato“.

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Maurizio Molinari ha commentato l’accaduto con queste parole: “La migliore risposta ad ogni forma di intolleranza è il rispetto per il prossimo. Con grande dispiacere – scrive Molinari – oggi ho scelto di rinunciare alla conferenza in programma alla Università Federico II di Napoli sui temi del Mediterraneo, in considerazione dei rischi per la sicurezza del pubblico causati da un ristretto gruppo di manifestanti. Dopo aver annullato l’evento, ho proposto a questi manifestanti di incontrarli ed ascoltare le loro opinioni sulla guerra in corso in Medio Oriente e su qualsiasi altro tema avessero voluto ma purtroppo hanno rifiutato, dicendo che non erano interessati a incontrarmi e a parlarmi. Resto comunque aperto al dialogo con loro su qualsiasi tema, nel rigoroso rispetto della libertà di opinione garantita dalla Costituzione e del principio della libertà di informazione che, sin dalla fondazione, distingue il lavoro di Repubblica e di tutti i suoi giornalisti”.

Il collettivo accusa il direttore di Repubblica di «sionismo» e contestava anche la collaborazione tra le università italiane e quelle israeliane. «Anche se lui sembra non riuscire a capirlo – hanno scritto in una nota gli attivisti – in Palestina sono 30mila i morti ammazzati da Israele. Il direttore di Repubblica e il rettore Lorito come possono parlare di Mediterraneo mentre si consuma, nel cuore dello stesso, un genocidio? Com’è possibile soprattutto invitare in questa situazione il direttore di una delle testate italiane dichiaratamente sioniste?».

Fonte immagine: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=859822982615856&set=pb.100057644851694.-2207520000&type=3

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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