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Caso Regeni, rinvio a giudizio per gli 007 egiziani

Caso Regeni, rinvio a giudizio per gli 007 egiziani. La madre ha commentato: “Ringraziamo tutti, oggi è una bella giornata”

Caso Regeni, rinvio a giudizio per gli 007 egiziani. A deciderlo è stato il giudice per l’udienza preliminare Roberto Ranazzi, che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco. Le accuse sono di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato. Elly Schlein ha detto: “Questa mattina insieme ai genitori di Giulio Regeni e alla scorta mediatica per continuare a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, al Tribunale di Roma dove oggi è finalmente ripreso il processo ai torturatori e assassini dopo la decisone della Corte Costituzionale. Siamo qui per confermare la piena vicinanza alla famiglia di Giulio, ma anche a quel popolo giallo che ha tenuto accesa l’attenzione in questi anni di mobilitazione fin dal febbraio del 2016: speriamo che questa sia finalmente la partenza di un processo che è stato molto atteso e a lungo ostacolato.

Il caso Giulio Regeni è un caso di omicidio avvenuto in Egitto nel 2016. Giulio Regeni, un dottorando italiano dell’Università di Cambridge, è stato rapito a Il Cairo il 25 gennaio di quell’anno, e il suo corpo è stato ritrovato nove giorni dopo, torturato e ucciso. Le indagini svolte dalle autorità italiane egiziane hanno portato all’arresto di quattro agenti dei servizi segreti egiziani, accusati di sequestro, tortura e omicidio. Tuttavia, il processo contro gli imputati si è concluso con un’assoluzione, nel 2022. La vicenda ha suscitato un forte clamore internazionale, e ha portato a un deterioramento delle relazioni tra Italia ed Egitto.

I fatti

Giulio Regeni era un dottorando di ricerca in studi sul lavoro presso l’Università di Cambridge. Aveva iniziato la sua ricerca in Egitto nel 2015, e si interessava in particolare al movimento sindacale egiziano. Il 25 gennaio 2016, Regeni è scomparso a Il Cairo, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir del 2011. La sua scomparsa ha suscitato immediatamente preoccupazione da parte della famiglia e delle autorità italiane. Dopo una settimana di ricerche, il corpo di Regeni è stato ritrovato il 3 febbraio 2016, in un campo a sud del Cairo. Il corpo era in stato di decomposizione, e presentava segni di tortura, tra cui fratture multiple, contusioni e ustioni.

Le indagini

Le indagini svolte dalle autorità italiane egiziane hanno portato all’arresto di quattro agenti dei servizi segreti egiziani, accusati di sequestro, tortura e omicidio. I quattro agenti, identificati come Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed, Mohamed Ibrahim Abdelal Sharif e Ahmed Abdullah, sono stati arrestati il 24 aprile 2016. Il processo contro gli imputati si è aperto il 26 gennaio 2022, presso il tribunale penale del Cairo. Le indagini svolte dalla procura italiana hanno portato alla raccolta di prove schiaccianti contro gli imputati, tra cui testimonianze dirette, immagini fotografiche e video. Tuttavia, il processo si è concluso con un’assoluzione, il 22 dicembre 2022. La corte ha stabilito che le prove a carico degli imputati erano insufficienti per condannarli.

La reazione internazionale

La vicenda di Giulio Regeni ha suscitato un forte clamore internazionale. Il governo italiano ha condannato l’omicidio, e ha chiesto alle autorità egiziane di collaborare alle indagini. Il caso ha anche portato a un deterioramento delle relazioni tra Italia ed Egitto. Il governo italiano ha sospeso la cooperazione bilaterale con l’Egitto, e ha chiesto un risarcimento danni alla famiglia di Regeni.

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La campagna “Verità per Giulio Regeni”

La famiglia di Giulio Regeni, insieme ad Amnesty International e ad altri enti, ha lanciato una campagna per chiedere verità e giustizia per il giovane ricercatore. La campagna, denominata “Verità per Giulio Regeni”, ha raccolto l’appoggio di migliaia di persone in tutto il mondo. La campagna ha portato a una serie di iniziative, tra cui manifestazioni, petizioni e campagne di sensibilizzazione. L’obiettivo della campagna è quello di continuare a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, e di garantire che un evento simile non accada mai più.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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