Sudan, si va verso la guerra civile. Nella capitale gli scontri armati hanno provocato 56 morti e 600 feriti
Peggiora la situazione in Sudan, uno dei Paesi africani più ricco di risorse minerarie. A Khartoum si sono verificati una serie di scontri, che presto potrebbero sfociare in una vera e propria guerra civile. I colpi di artiglieria e l’inizio dei combattimenti sono nati tra due fazioni per assumere il potere. Si tratta degli ex sodali del dittatore Omar al-Bashir, deposto dal colpo di Stato del 2019, e del generale e capo della giunta militare Abdel Fattah al Burhan e il suo vice Mohamed Hamdan Dagalo, che dispone di una milizia armata Rsf.
Queste ultime sostengono di avere il controllo del 90% della capitale, ma la situazione appare molto più incerta. La Croce rossa locale parla di combattimenti in corso in tutta la città, anche nelle aree residenziali.
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Il bilancio della prima giornata di scontri registra 56 morti tra i civili e quasi 600 feriti.Tra i morti ci sono anche tre operatori del Programma alimentare mondiale (Pam).
Sulla vicenda il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha espresso “vivissima preoccupazione”. Su richiesta italiana, alla ministeriale Esteri dei Paesi G7 era già stata prevista una discussione sull’Africa. Ha detto Tajani: “Il governo italiano da tempo ha iniziato a lanciare inviti ad operare più rapidamente per la stabilizzazione politica ed economica dei Paesi del Nord Africa e della regione subsahariana”.