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Ucraina, le rivelazioni di un ex ufficiale russo: “Abbiamo torturato i prigionieri”

Ucraina, le rivelazioni di un ex ufficiale russo: “Abbiamo torturato i prigionieri”. Non mancano racconti di razzie e minacce

Le ammissioni di un ex ufficiale russo confermano le ipotesi di tortura inflitte ai prigionieri nel conflitto in corso in Ucraina. Ha tetto l’ufficiale: “Gli interrogatori, le torture, sono continuati per circa una settimana. Ogni giorno, di notte, a volte due volte al giorno”. 

L’ufficiale russo è Konstantin Yefremov e in una intervista alla Bbc ha denunciato le brutali pratiche messe in atto dai russi per interrogare i prigionieri, ma anche le minacce di stupro e fucilazioni compiuti dalle forze russe in Ucraina.

L’ufficiale ha raccontato di essere stato inviato con  i suoi uomini a prendere parte a “esercitazioni militari. All’epoca nessuno credeva che ci sarebbe stata la guerra. Tutti pensavano che fosse solo un’esercitazione. Sono sicuro che nemmeno gli alti ufficiali lo sapevano”.

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Ad un certo punto, Yefremov decide di abbandonare la sua posizione, decide “di smettere”. Racconta cosa ha fatto dopo: “Sono andato dal mio comandante e ho spiegato la mia posizione. Mi ha portato da un alto ufficiale che mi ha chiamato traditore e codardo”. Poi aggiunge: “Ho lasciato la mia pistola, sono salito su un taxi e sono partito. Volevo tornare alla mia base in Cecenia e dimettermi ufficialmente. Poi i miei compagni mi hanno avvisato. Un colonnello aveva promesso di mettermi in prigione fino a 10 anni per diserzione e aveva allertato la polizia”.

L’ufficiale ha anche raccontato un episodio particolare: “Un giorno ci furono portati tre prigionieri. Uno di loro ha ammesso di essere un cecchino. Sentendo questo, il colonnello russo ha perso la testa. Lo ha colpito, ha tirato giù i pantaloni  dell’ucraino e gli ha chiesto se era sposato. ‘Sì’, ha risposto il prigioniero. ‘Allora qualcuno mi porti uno straccio’, disse il colonnello. ‘Ti trasformeremo in una ragazza e invieremo il video a tua moglie'”.

Non sono mancati i racconti sulle razzie: “Soldati e ufficiali prendevano tutto quello che potevano. Hanno frugato in tutti gli edifici. Un soldato ha portato via un tosaerba. Ha detto con orgoglio: ‘Lo porterò a casa e taglierò l’erba vicino alla nostra caserma’. Secchi, asce, biciclette, hanno caricato tutto sui loro camion. C’era così tanta roba che dovevano accovacciarsi per entrare nei veicoli”. 

Fonte immagine: https://www.facebook.com/photo/?fbid=3281645685419118&set=pb.100007211555008.-2207520000.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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