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Omicidio di Alika, le parole del legale e il racconto dei testimoni

Omicidio di Alika, le parole del legale e il racconto dei testimoni. L’assassino pare avesse un tutor, ma non era vigilato

Desta ancora sgomento la morte di Alika Ogorchukwu, il cittadino nigeriano di 39 anni ucciso da Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo a Civitanova Marche per aver – a suo dire – “importunato” la sua compagna.

L’avvocato della famiglia della vittima ha detto: “Se Ferlazzo aveva tutor perché non era vigilato?”. “Le scuse non bastano, ora serve solo giustizia e non vendetta. È difficile riuscire a comprendere quello che è successo”, questo il commento della famiglia di Alika Ogorchukwu, affidato all’avvocato Francesco Mantella. “Se c’è un risvolto psichiatrico che si inserisce nelle cause dell’omicidio di Alika, serve riflettere: se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche”.

Uno dei testimoni dell’aggressione dice: “Smettetela di dire che nessuno è intervenuto per salvare Alika, smettetela di accusarci di indifferenza, io c’ero mentre quell’energumeno uccideva Alika, ho provato a fermarlo, non ci sono riuscito, però ho chiamato la polizia e l’ho fatto arrestare”.

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Un altro ha detto: “Era impossibile dividerli quel tipo era feroce. Gli gridavo: basta, lo ammazzi, mi sono avvicinato e con un calcio ho allontanato la stampella con cui stava colpendo Alika. Inutile, perché Ferlazzo lo stava finendo a mani nude. Per poi alzarsi e andare via”.

Poi aggiunge: “Subito dopo aver allontanato con un calcio la stampella. Quando ho visto Ferlazzo andare via, dopo aver ucciso il povero ambulante, ho chiamato la polizia e, temendo che non sarebbero arrivati in tempo per arrestarlo, appena ho visto avvicinarsi la macchina, mi sono buttato in mezzo alla strada per fermarli”.

Conclude: “Ho indicato l’assassino agli agenti e l’hanno arrestato. Bravissimi. Sapete quanto è durato questo incubo? Diciassette minuti. Eravamo in quattro, così ho ricostruito anche dal video: una signora anziana, una ragazza, un uomo anch’egli d’età con il cane e io. Come avremmo potuto fermare quell’uomo? Per questo rifiuto le accuse di razzismo e di indifferenza”.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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