Omicidio Laura Ziliani, sono molti i punti ancora da chiarire: se il movente è chiaro, la dinamica e le responsabilità sono ancora da definire
La morte di Laura Ziliani, avvenuta presumibilmente per mano di due delle tre figlie con la complicità del fidanzato di una delle due, ha ancora molti punti irrisolti. Il primo riguarda sicuramente la dinamica dell’omicidio. Dall’esame tossicologico è emerso che la donna aveva ingerito una dose massiccia di bromazepam, ovvero medicinali in grado di stordire una persona e provocare uno stato simile al coma, ma non la morte.
Dunque, come è morta la vigilessa di Temù? Le ipotesi degli inquirenti vanno verso il soffocamento, forse con un cuscino, ma tracce di violenza sul corpo della donna non ve ne sono.
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Da chiarire sono anche le responsabilità su chi ha fatto cosa. La mente e gli esecutori materiali chi sono? I sospettati, ovvero le figlie Paola e Silvia e Mirto Milani, che ruolo hanno svolto? Forse dall’interrogatorio previsto per martedì prossimo, sapremo maggiori dettagli.
Gli investigatori dovranno anche trovare una spiegazione sullo stato di conservazione del corpo di Laura Ziliani. La donna è stata ritrovata tra le montagne dove era solita fare le sue escursioni, ma lo stato di conservazione del corpo pare dica che non fosse lì da molto tempo. «Appare poco probabile sia rimasto per un lungo periodo nelle condizioni ambientali che caratterizzavano il luogo del ritrovamento», dice la perizia sul corpo. Quindi il cadavere di Laura sarebbe stato «occultato in un luogo che ne ha permesso una discreta conservazione per tre mesi».
Infine, dovranno trovare una risposta i sospetti su Mirto Milani e sul fatto che abbia un ruolo determinante nella vicenda sarebbero avvalorati da quello che possono essere considerati tentativi di depistaggio, attraverso i quali dava informazioni non corrette sulle condizioni economiche di Laura.
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