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‘Il Maestro e Margherita’ di Michail Bulgakov

Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov è uno dei grandi classici della letteratura russa.

Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov unisce la realtà, l’allegoria e l’aspirazione al più alto grado dell’essenziale. La storia riecheggia oltre il tempo e lo spazio.

Il Maestro e Margherita narra di un protagonista, uno scrittore, un poeta. Per il Maestro la scrittura non rimane marginale o solo in forma di ‘vocazione’, ma acquista il carattere della professione. Gli ostacoli che il Maestro incontra segnano le peripezie grottesche e favolistiche di uno scrittore che cerca il libro, il pubblico e cerca per la sua opera il trionfo a discapito della sofferenza.

Recensione

Affrontare la lettura de ‘Il Maestro e Margherita’ è stata, fin dalle prime pagine, un’esperienza densa di oscillazioni tra la disperazione e la meraviglia delle occasioni colte al momento giusto. Nei momenti in cui gli eventi parevano non avere senso tornava, con vena grottesca e messianica, la veridicità dell’istante colto nella maggiore esplosione, colto nel presente.

Il ‘Maestro e Margherita’ conta di due volumi. La narrazione ha un ritmo incalzante. Per ritmo incalzante qui intendo, per la precisione, una prosa che lascia spazio ai momenti di pura narrazione e a un tu per tu tra scrittore e lettore. Prende le mosse dagli avvenimenti e poi li narra, li ripercorre, indugia su di essi e infine, li fa esplodere.

Le componenti morali e satiriche sono intrecciate alla bellezza di una storia che si interseca con l’andamento messianico, solenne. I personaggi danzano e mai si perdono. In alcuni passi sembra che si scaccino e, a conti fatti, giungeranno a essere lontani o inscatolati l’uno nell’altro, interdipendenti e sublimi pur nella loro singolarità estatica.

«L’immortalità…è arrivata l’immortalità…» Era arrivata l’immortalità per chi? Questo il procuratore non lo capì, ma il pensiero di questa misteriosa immortalità gli fece gelare il sangue sotto il solleone.

Il protagonista che si erge dalla narrazione è il Diavolo. Per contro appare un essere privo di una propria materia, ma incarnato ed edificato: il mondo critico-letterario, fatto dai suoi personaggi, dai luoghi e dalle istituzioni. Un’idra le cui teste cadono, ma che non perde la sua tirannica forza. Il Maestro si scontra con essa e il Mostro pare inghiottirlo. Arriva però anche Margherita. La donna è reduce dalla follia della noia e dell’assenza dell’essenziale gioia di vivere. Decide quindi di e per se stessa per la prima volta. Margherita sceglie l’amore.

Il Diavolo gioca insieme agli assistenti e mettono in atto uno spettacolo teatrale, la cui effimerità e profondità si ritrova nella realtà e nelle retoriche della liberazione dalla dannazione. Il riposo dopo la battaglia giunta al termine e la liberazione dalle spire della materia della vita dischiude le porte dell’Altromondo. Nell’Altromondo regna il riposo, il tripudio.

Il mondo di Bulgakov ne ‘Il Maestro e Margherita’ mostra come la codardia sia un vizio e come l’essenziale si ritrovi sempre in lotta nell’opposizione di una vita con un’altra in un continuo scontro tra etica e quotidianità, tra vita e morte.

Redazione

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