Molti chiedono lo stipendio di marzo aprile e maggio
Il nodo della Serie A di Calcio non è destinato a sciogliersi o a risolversi senza problemi. Il 28 maggio è il giorno X quando i vertici della FIGC e della Lega Calcio Serie A incontreranno il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora che ha ricevuto, nella giornata del 25 maggio il protocollo disegnato per la ripartenza per stabilire se riprendere il 13 o il 20 giugno.
Sembrerebbe quasi fatta eppure non è così. Secondo quanto sostiene “Repubblica” ora sarebbero i giocatori a non essere favorevoli a tornare in campo per tre fattori: soldi calcio e infortuni.
Bisogna ricordare che il termine ultimo per riuscire a concludere il Campionato è il 29 agosto e per riuscire a portare a termine una stagione a dir poco tribolata (non si gioca dal weekend dell’8 marzo) si dovranno giocare diversi turni infrasettimanali.
Il caldo in questi mesi è un dato oggettivo con alcune fasce orarie in cui, come spiega Gastaldello del Brescia, al quotidiano è impensabile giocare.
Finire questo campionato è una forzatura per me, si va incontro a dei rischi: giocare in estate 12 partite ci porta incontro a rischi incredibili. Giocare alle 16:30 d’estate è scandaloso. Non siamo macchine, siamo esseri umani. Non è giusto, dobbiamo dire la nostra.
L’altro nodo da sciogliere è quello degli stipendi: con i giocatori che chiedono il pagamento (esclusi invece colori i quali hanno trovato un’intesa con il proprio club) dei mesi di marzo, aprile e maggio.
L’Associazione Italiana Calciatori chiede così garanzie economiche ma anche che tutelino il fisco del giocatori che dovranno ritornare, qualora si ripartisse, a pieno regime senza una preparazione adeguata.