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Sessa Aurunca, una celebrazione per i 400 anni della morte di Fausto Rebalio

Sessa Aurunca, una celebrazione per i 400 anni di una importante figura storica: Fausto Rebalio

Mercoledì 17 aprile 2024, alle ore 19:00, presso la Chiesa di San Carlo Borromeo in Sessa Aurunca (Ce) si terrà la Celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, in occasione del IV Centenario della morte di Mons. Fausto Rebalio, Vescovo di Sessa Aurunca dal 30 agosto 1604 al 17 aprile 1624, benefattore della Confraternita e promotore della sua fondazione.

Ha dichiarato il priore della Confraternita di San Carlo Borromeo, l’avv. Gianluca Sasso:

Mons. Fausto Rebalio di Lodi fu uno zelante promotore della spiritualità e della figura del suo conterraneo San Carlo Borromeo, che ebbe modo di coadiuvare nel soccorso agli ammalati, in occasione della peste di Milano nel 1576. Partecipò, nel 1610 quale Vescovo di Sessa alla sua cerimonia di canonizzazione in San Pietro, intitolandogli, nel 1613, la Chiesa del Casale delle Toraglie che ancora oggi porta il Suo nome e nel 1615 la Confraternita di Sessa già detta di San Francesco dei Battenti. Il Ministero episcopale del Mons. Rebalio nella nostra terra si ispirò, nella disciplina del clero e nella promozione delle aggregazioni laicali, alle regole di governo del grande Arcivescovo di Milano, del quale si sforzò di imitare il rigore di vita. Come segno di affetto verso la Diocesi che gli era stata affidata, scelse di essere sepolto nella Cattedrale, dove oggi riposano le sue spoglie, in modo anonimo, senza mausoleo e secondo la regola dell’umiltà”.

Per l’occasione è stato realizzato e donato alla Confraternita un ritratto del vescovo Rebalio dall’Arch. Adele Lombardi.

Chi era il vescovo Rebalio? A raccontarlo è la ricerca storica pubblicata nel volume della Confraternita: “IV Centenario dalla fondazione della Confraternita San Carlo Borromeo 1615-2015″, edito da Caramanica Editore:

Mons. Fausto Rebaglio fu eletto alla cattedra di vescovo della Diocesi di Sessa Aurunca da Papa Clemente VIII il 30 agosto 1604 e rimase in carica fino alla sua morte, avvenuta il 17 aprile del 1624.

Era originario di Lodi, dove fu canonico della cattedrale, oltre a ricoprire altre importanti cariche ecclesiastiche. In occasione della peste del 1576, figura tra i prelati più caritatevoli nel soccorrere gli appestati, proprio su sollecitazione di S. Carlo Borromeo, all’epoca Arcivescovo di Milano e con il quale ebbe contatti diretti. Nel 1577, fu nominato protonotario apostolico da Gregorio XIII ed in seguito cameriere pontificio da Gregorio XIV. Questi lo inviò in qualità di Nunzio in Svizzera. Clemente VIII lo nomina poi referendario utriusque Signaturae Gratiae et Justitiae e membro della congregazione per la visita apostolica. Dallo stesso pontefice, quando era già vescovo di Sessa, viene inviato a Siracusa in missione per sedare una lite tra il Vescovo e la curia romana. Fu anche governatore di Fermo e di Benevento. Si conosce che a Roma abitava in una villa presso la porta di piazza del popolo. Il Diamare lo chiama pio quanto zelante pastore.   

Poco dopo essere divenuto Vescovo di Sessa, il 12 marzo 1605, inizia subito la visita pastorale della diocesi, la cui relazione contiene una dettagliata descrizione della Basilica Cattedrale. Opera in tale contesto, una nuova organizzazione del Capitolo della Cattedrale, aprendo anche un contenzioso con i canonici perché non si dedicano alla recita dell’Ufficio Divino.  A lui, nel 1608, scrive il capitolo vaticano per chiedere notizie riguardo alla reliquia del braccio di San Leone IX custodita a Sessa. Trasferisce il Seminario nei locali della chiesa di S. Silvestro, nella Piazza del Duomo. Nel mese di aprile indice un Sinodo, per riformare la Chiesa Sessana.

Ebbe una devozione particolare per la Vergine Maria, che nel suo episcopato comincia ad essere invocata con il titolo di Madonna del Popolo e per San Carlo Borromeo, suo conterraneo. Nel 1610, come titolare della Diocesi di Sessa, partecipò alla cerimonia di Canonizzazione del Santo nella Basilica di San Pietro. Nel 1611, è attestata l’esistenza di suoi rapporti epistolari, con il cardinale Federico Borromeo, cugino di San Carlo Borromeo e postulatore della sua causa di santità.

Nel 1613, durante il suo episcopato, fu dedicata a San Carlo, anche la nuova chiesa del Casale delle Toraglie, formato dall’unione dei contigui villaggi di S. Rocco, Ficocielli, Orticelli, Le Conche e Pinzipiccoli, dopo la distruzione ad opera delle formiche dell’antico villaggio di Palifrischi. Nel 1615, allo stesso Santo, venne intitolata anche la Confraternita di Sessa, verso la quale Mons. Rebalio dimostrò grande interesse, concedendole, nel 1618, la Chiesa di S. Francesco dei Battenti, in cui era stata eretta ed il giardino circostante. Favorì anche la ricostituzione dell’Arciconfraternita di S. Biagio, che proprio in questi anni viene rimessa in attività e la istituzione di una casa dei Padri Camilliani.

Ebbe rapporti epistolari con Filippo III re di spagna, dal quale riceve una lettera nel 1616, con cui il Re gli chiede di intercedere per lui presso il pontefice Paolo V, per ottenere la licenza di far festa di precetto il giorno di S. Francesco. Oltre che con i canonici, ebbe contrasti con i Sindaci della Città, lamentando che durante il rifacimento della pavimentazione della piazza del Duomo erano stati eliminati tre gradini dal sagrato della Cattedrale.  La notizia della sua morte è così riportata nelle conclusioni Capitolari:

Anno 1624 la vigilia di S.to Leone di Sessa. Mercordì ad 17 de aprile 1624 a 16 hore passò da questa vita presente il Rev.mo monsignor Rebalio di Lodi Vescovo di Sessa, lo giovedì alle 16 hore fo fatto l’esequio con dirsi l’officio de morti, la Messa cantata fiorata con vinti Messe lette con una castellana suntuosa di torce e candele et tutti canonici et servitori di casa con una torcia in mano accesa d’una libbra, mentre durò detto esequio, cantò la messa il Rev.mo monsignor Vescovo di Carinola pontificalmente. Requiescat in pace, fu sepelito in S. Angelo messo al tabuto.

Redazione

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