Home » Short news, dall’Italia e dal mondo: le notizie del 18 gennaio in un click 

Short news, dall’Italia e dal mondo: le notizie del 18 gennaio in un click 

Short news, dall’Italia e dal mondo: le notizie del 18 gennaio in un click. La guerra e il Covid nelle principali notizie

La guerra in Medio Oriente con gli scontri tra Iran e Pakistan sono tra i temi caldi di oggi, 18 gennaio. In Italia al centro della cronaca l’inizio del processo per la morte di Giulia Tramontano, uccisa dal fidanzato mentre era incinta di sette mesi. Infine, le novità sull’inchiesta americana sulla diffusione del Covid in Cina.

Ancora tensioni tra Iran e Pakistan, ecco le cause

Le tensioni tra Iran e Pakistan sono aumentate notevolmente nel corso delle ultime settimane, a seguito di una serie di attacchi reciproci. Il 17 gennaio 2024, l’Iran ha lanciato una serie di attacchi missilistici contro il territorio pakistano, accusando Islamabad di sostenere gruppi terroristici che operano nella regione di confine. L’attacco ha causato la morte di due bambini e il ferimento di altre cinque persone. In risposta, il Pakistan ha lanciato una serie di raid aerei contro obiettivi iraniani, accusando Teheran di aver violato la sua sovranità. I raid hanno ucciso almeno 10 persone, tra cui quattro bambini e tre donne. Le tensioni tra i due paesi sono alimentate da una serie di fattori, tra cui: la presenza di gruppi separatisti baluchi in entrambe le nazioni, che combattono per l’indipendenza della regione del Balochistan; la rivalità tra Iran e Pakistan per l’influenza nella regione; le differenze ideologiche tra i due paesi, con l’Iran che è un regime teocratico sciita e il Pakistan che è una democrazia islamica sunnita. Le tensioni tra Iran e Pakistan rappresentano una minaccia per la stabilità della regione. Un’escalation del conflitto potrebbe avere un impatto negativo anche sulla sicurezza globale, in particolare sulla lotta al terrorismo. Ad oggi, non è chiaro come si evolverà la situazione. I due paesi hanno espresso la volontà di trovare una soluzione diplomatica, ma le prospettive sono incerte.

Inchiesta Covid, la Cina sapeva del virus già da 15 giorni

L’inchiesta sul COVID-19 in Cina riguardante le circostanze che hanno portato alla diffusione della pandemia di COVID-19, che ha causato oltre 6 milioni di morti e milioni di casi in tutto il mondo è stata resa nota dal Wall Street Journal. L’inchiesta è stata condotta da una commissione della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, che ha esaminato documenti governativi, interviste a esperti e altre fonti. La commissione ha concluso che la Cina ha ritardato la condivisione delle informazioni sul virus con il mondo, il che ha contribuito a diffondere la pandemia. In particolare, la commissione ha rilevato che la Cina ha isolato e mappato il virus SARS-CoV-2, responsabile del COVID-19, il 28 dicembre 2019, ma ha condiviso le informazioni con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) solo l’11 gennaio 2020. Questo ritardo di 15 giorni ha permesso al virus di diffondersi inosservato, causando milioni di casi e decessi. La commissione ha anche rilevato che la Cina ha ostacolato le indagini internazionali sull’origine del virus. Nel marzo 2020, l’OMS ha inviato una missione di esperti in Cina per indagare sull’origine del virus, ma la missione è stata criticata per essere stata troppo limitata e per non essere stata in grado di accedere a tutte le informazioni necessarie. Le conclusioni della commissione hanno suscitato forti polemiche tra Cina e Stati Uniti. La Cina ha negato di aver ritardato la condivisione delle informazioni sul virus e ha accusato gli Stati Uniti di cercare di “politicizzare” la questione. L’inchiesta della commissione della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti è solo una delle molte indagini sull’origine del COVID-19. L’OMS sta conducendo un’indagine globale sull’origine del virus, che dovrebbe essere completata entro la fine del 2024.

Leggi anche: SPARATORIA DI MONTE COMPATRI, GLI ESITI DELL’AUTOPSIA SUL CORPO DI ALEXANDRU

Processo Alessandro Impagnatiello, rischia l’ergastolo

Oggi è iniziato il processo per la morte di Giulia Tramontano e che vede imputato il fidanzato, Alessandro Impagnatiello. “La famiglia di Giulia si augura che la condotta di Impagnatiello sia sanzionata come merita”, ha affermato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia Tramontano, prima di entrare in aula. L’imputato con la barba lunga avrebbe versato delle lacrime durante l’udienza. Le accuse a suo carico sono di omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e dal rapporto di convivenza, nonché di interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere. L’omicidio di Giulia Tramontano è stato un caso di femminicidio, ovvero di omicidio di una donna per motivi legati al suo genere. La vittima era incinta di sette mesi e il suo assassino era il suo convivente. Secondo l’accusa, Impagnatiello avrebbe pianificato l’omicidio per impedire a Giulia di lasciare la relazione e per impedire la nascita del bambino. L’uomo, che rischia l’ergastolo, avrebbe prima fatto ingerire a Giulia veleno per topi per indebolirla, e poi l’avrebbe accoltellata 37 volte.

Immagine di Drazen Zigic su Freepik

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

Lascia un commento

Torna in alto