Amina Milo Kalelkyzy, la 18enne italiana incarcerata ingiustamente in Kazakistan. L’appello perché venga liberata
Amina Milo Kalelkyzy, una 18enne italiana, si trova in un carcere in Kazakistan e da lì chiede aiuto per essere liberata. Secondo quanto ricostruito dai suoi genitori e dal suo legale, la giovane stava passeggiando con un suo coetaneo, quando sono stati fermati dalla polizia locale, che ha trovato il giovane in possesso di stupefacenti.
Amina – precisa il legale – “non sapeva che il ragazzo avesse della droga”. Ciò sarebbe stato confermato anche dagli esami tossicologici che non avrebbero evidenziato la presenza di alcuna sostanza nel sangue di Amina che quindi “è stata detenuta senza alcun motivo”.
Dopo il fermo, la giovane è stata portata dalla polizia in un appartamento privato dal quale poi un agente avrebbe chiamato sua madre, Assemgul Sapenova, chiedendole un riscatto pari a 60mila euro. La donna, su consiglio dell’avvocato Sekerov, si è rivolta all’ambasciata italiana che ha ottenuto il rilascio della 18enne.
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La vicenda, però, si è complicata perché l’11 luglio, Amina è stata nuovamente convocata dalla polizia che l’aveva arrestata e, dopo averle fatto firmare dei documenti che la giovane non comprendeva perché, vivendo in Italia da quando aveva otto anni, non parla né russo né kazako, l’ha riportata in carcere. Il motivo dell’arresto potrebbe essere dovuto alla sua denuncia relativa a quanto accaduto nei giorni del “sequestro”, la giovane avrebbe detto di sarebbe stata “maltrattata e picchiata” e avrebbe “subito dei tentativi di stupro”.
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