Tra i momenti più intensi della prima serata il monologo della giornalista
Le polemiche della vigilia per la presenza e per il compenso di Rula Jebreal sono state spazzate via dalla sua forte presenza sul palco dell’Ariston. La giornalista con dignità e emozione ha portato a Sanremo il tema della violenza sulle donne e dei pregiudizi nei confronti del genere femminile.
"Lasciateci essere quello che siamo e quello che vogliamo essere"@rulajebreal #sanremo2020 #sanremo70 pic.twitter.com/SoEYqzMXJs
— Rai1 (@RaiUno) February 4, 2020
Un monologo che ha catturato tutto il teatro e il pubblico della sala e soprattutto Miral, sua figlia presente in platea e commossa ascoltando il racconto di sua madre.
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La scrittrice non ha affrontato solamente un tema delicato ha raccontato la sua vita. Il dramma di aver perso sua mamma quando aveva 5 anni, una madre che si è tolta la vita dopo essere stata stuprata e aver dovuto mantenere il silenzio per la “paura e la vergogna di non essere creduta”.
Sono cresciuta in un orfanotrofio, insieme a centinaia di bambine: la sera ci raccontavamo le nostre storie tristi, che toglievano il sonno. Erano le storie delle nostre mamme: stuprate, uccise. Mia madre ha perso il suo ultimo treno quando io avevo 5 anni: si è suicidata, dandosi fuoco. Il suo corpo era qualcosa di cui voleva liberarsi, era stato il luogo della sua tortura. Brutalizzata e stuprata.
Non poteva nemmeno mancare il riferimento ai casi giudiziari di violenza e alle frasi che vengono dette in tribunale.
Aveva la biancheria intima quella sera? Trova sexy gli uomini con i jeans?Una verità amara, crudele: noi donne non siamo mai innocenti, perché abbiamo denunciato troppo tardi o troppo presto, perché siamo troppo belle o troppo brutte, insomma ce la siamo voluta.
Inevitabile la commozione anche delle donne che saliranno sul palco questa sera, le due giornaliste, Laura Chimenti che si è detta colpita dalle parole di Rula in quanto mamma, Emma D’Aquino e Sabrina Salerno.