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Delitto di via Poma, chiesta l’archiviazione

Delitto di via Poma, chiesta l’archiviazione del caso da parte della Procura di Roma

La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione della nuova indagine sul delitto di via Poma, dove morì Simonetta Cesaroni. Il delitto avvenne a Roma nell’agosto del 1990. Il nuovo procedimento, in cui si procedeva per omicidio volontario contro ignoti, era stato avviato nel marzo del 2022, dopo un esposto presentato dai familiari della vittima, in cui si chiedeva di verificare alcuni alibi di soggetti già coinvolti nelle inchieste precedenti. 

Il delitto di via Poma è un caso di omicidio irrisolto avvenuto a Roma il 7 agosto 1990. La vittima, Simonetta Cesaroni, una giovane donna di 21 anni, è stata trovata morta in un appartamento al terzo piano del complesso di via Poma 2, nel quartiere della Vittoria.

Simonetta Cesaroni era una segretaria presso l’Associazione Italiana Alberghiatori del Ghiaccio (Aiag), che aveva sede nell’appartamento in cui è avvenuto l’omicidio. Il giorno del delitto, Simonetta era stata incaricata di sostituire una collega assente.

La mattina del 7 agosto, Simonetta è arrivata in ufficio intorno alle 8:30. L’ultima persona a vederla viva è stata la collega che l’ha sostituita, che l’ha salutata alle 12:30.

Il corpo di Simonetta è stato trovato intorno alle 17:00 da un tecnico dell’Aiag, che era stato incaricato di controllare l’impianto di condizionamento dell’aria. La donna era riversa a terra, in una pozza di sangue, con 29 coltellate al corpo.

Le indagini sull’omicidio sono state condotte dalla polizia di Roma, ma non hanno portato a risultati concreti. Nel corso degli anni, sono stati indagati diversi soggetti, tra cui il fidanzato di Simonetta, Raniero Busco, il portiere dello stabile, Pietro Rizzo, e un uomo d’affari, Salvatore Volponi. Tuttavia, nessuno di questi soggetti è stato condannato per l’omicidio.

Il caso di Simonetta Cesaroni è uno dei più famosi e irrisolti della cronaca nera italiana. La sua morte ha suscitato grande clamore mediatico e ha alimentato numerose teorie, alcune delle quali sono state poi smentite dalle indagini.

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Le circostanze del delitto

Le circostanze del delitto di via Poma sono ancora oggi poco chiare. L’autopsia ha stabilito che Simonetta è stata uccisa da 29 coltellate, inferte con un’arma da taglio di piccole dimensioni, probabilmente un tagliacarte. Le coltellate hanno colpito il viso, il collo, il torace e l’addome.

Il corpo della vittima è stato trovato in una stanza dell’appartamento, nella quale era presente un tavolo da lavoro con un computer. Il computer era acceso e sulla scrivania erano presenti alcuni documenti.

Non è chiaro come sia avvenuto l’omicidio. Una delle ipotesi è che Simonetta sia stata aggredita da un conoscente, che ha poi cercato di occultare il cadavere. Un’altra ipotesi è che l’omicidio sia stato commesso da un estraneo, che ha poi forzato la porta dell’appartamento per entrare.

Gli indagati

Nel corso delle indagini, sono stati indagati diversi soggetti, tra cui:

  • Raniero Busco, il fidanzato di Simonetta. Busco è stato indagato per omicidio, ma è stato prosciolto in due processi.
  • Pietro Rizzo, il portiere dello stabile. Rizzo è stato indagato per favoreggiamento, ma è stato prosciolto.
  • Salvatore Volponi, un uomo d’affari. Volponi è stato indagato per omicidio, ma è stato prosciolto.

Nel 2011, la procura di Roma ha aperto un nuovo fascicolo d’indagine, con l’ipotesi di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Le indagini sono ancora in corso.

Le teorie sul delitto

Nel corso degli anni, sono state formulate numerose teorie sul delitto di via Poma. Alcune di queste teorie sono state poi smentite dalle indagini. Una delle teorie più accreditate è che l’omicidio sia stato commesso da un conoscente di Simonetta. Questa teoria è supportata dal fatto che la vittima non ha opposto resistenza all’aggressore, il che fa pensare che si trattasse di una persona di cui si fidava. Un’altra teoria è che l’omicidio sia stato commesso da un estraneo, che ha poi forzato la porta dell’appartamento per entrare. Questa teoria è supportata dal fatto che la porta dell’appartamento era stata forzata, ma non è chiaro se l’aggressore sia entrato prima o dopo l’omicidio. Il delitto di via Poma è un caso irrisolto che ha suscitato grande clamore mediatico e ha alimentato numerose teorie. La sua morte è ancora oggi un mistero.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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